RUGGINE D'ORO (Cassette 1990)
* Paolo Bertoni -
Ciao 2001
Nuovo demo per KAtya Sanna, il sesto dal’88. Numerose le
collaborazioni tra cui segnaliamo quelle con Selena Moor e Engel Der
Vernichtung, l’hanno vista protagonista come vocalist di non comune
sensibilità, in un recente passato; con “Ruggine D’oro” affiancata da Bruno
Pallotto e da Daniele Arisi degli Engel Der Vernichtung, Katya Sanna si misura
con differenti contesti espressivi, naturalmente mantenendo in primissimo piano
le sue limpide qualità vocali. Così episodi in cui è di scena soltanto la
purezza emozionale della voce come “Lunaria” o “Prospettive” sono
contrappuntati da pezzi più vicini alla struttura canzone come è nel caso di
“Passato e Futuro” o “Il nome”. Prevale comunque una corposa tristezza che è
frutto di fuggevoli pennellate puramente intimiste. Si susseguono in questo
modo sette pezzi d’assoluta trasparente sincerità. L’estrema rarefazione dei
suoni non lascia avvertire le ristrettezze di carattere tecnico con cui è stato
realizzato “Ruggine D’Oro” (il classico Tascam4-tracce); su tutto rilucono le
grandi doti di Katya Sanna che non rinuncia ad affrontare lo scoglio del
cantato in italiano. I testi si perdono in una musica che un flusso trascinante
che riconduce il significato delle parole al differente approccio della lettura
dei testi più che all’ascolto immediato, laddove la fonia delle parole diventa
imprescindibile supporto emozionale. Un lavoro non facile ma saturo di
sentimento, che rivisto in una dimensione di maggior completezza, non
sfigurerebbe certo su vinile.
*Silent Scream - Underground
Rock Magazine
Tutti i pezzi di questo lavoro sono tenuti insieme da un
filo rosso di epica drammaticità, a tratti tragica, che sta tra la musica sacra
antica e quella d’atmosfera sperimentale odierna (H.Budd, B Eno e compagnia
bella) e quindi tutto l’insieme si mantiene su una qualità elevatissima senza
cadute di tono e accenti estranei. Ho fatto dei nomi ma non crediate di
trovarne traccia: è più un rimando al risultato che al procedimento.
L’operazione di Katya, d'altronde, è semplice ed istantanea come si addice a
chi ha tanta fantasia, originalità e capacità compositiva. Proprio queste sue
grandi capacità fanno si che l’accostamento con Lisa Gerrard sia possibile (le
voci si assomigliano e non ho paura di afermare che Katya non ha nulla da
invidiare all’illustre australiana)ma l’accusa di imitazione è insostenibile:
Katya è troppo Katya e anche se vi può sembrare di star ascoltare L. Gerrard,
se analizzate bene non troverete mai un solo acuto, e un sussurro uguale. Vi
sembra strano? E perché non possono esistere contemporaneamente sulla faccia
della terra 2 o 3 o 4 o molte più cantanti eccezionali? Con una musica di tale
poesia è inutile che vi stia a specificare che i testi non sono da meno. Katya,
l’avrete capito ha una voce grandissima capace di portarci nei sogni più
misteriosi e fantastici, risvegliando in noi quella parte spirituale e meno
conscia di cui sappiamo poco o nulla. E’ una voce ipnotica senza tempo che
danza su delle semplici e conivolgenti trame di pianoforte, campionatori,
sezioni d’archi cori, e contro cori. Che tipo di danza? Una primordiale come le
percussioni tribali di “Miniature d’acqua”, o una tutta mediterranea magari
spagnola come “Passato e Futuro” o qualcosa che sta proprio fermo come certi
cori da chiesa che vengono in mente nel pezzo d’apertura “Lunaria”, e in quello
di chiusura “Prospettive”. Ma intendiamoci bene non è tanto la musica che fa
danzare è la voce di Katya che danza libera e surreale, noi al massimo possiamo
stare inchiodati davanti allo stereo a chiederci se è vero oppure no. Questo
demo se lo avesse pubblicato la 4AD sarebbe stato la rivelazione dell’anno e
tutti lo conosceremmo già a memoria.